Progetto

Autori in prestito

Autori in prestito è una rassegna curata dallo scrittore Paolo Nori, che prevede all’interno di una biblioteca la presenza di autori (scrittori, attori, musicisti, artisti visivi) che dispensano consigli di lettura, visione e ascolto sulla base di una propria esperienza e background personali.
Per un momento non saranno libri, dischi o film a essere in prestito ma le esperienze degli autori, speciali bibliotecari per un giorno che offriranno al pubblico un personale percorso di ricerca tra gli scaffali delle biblioteche, proponendo libri, musiche e film forse inaspettati. Veri e propri consigli d’autore.

2011
Tre autori emiliani per consigli
di lettura e ascolti guidati

La prima è stata un’edizione sperimentale testata su tre biblioteche con tre autori: Scandiano con Paolo Colagrande, Cavriago con Massimo Zamboni, Correggio con Paolo Nori.

2012
Consigli di lettura, ascolto e visione

La seconda edizione si è notevolmente ampliata e ha visto il seguente programma: Cavriago con Zap Mangusta, Scandiano con Massimo Zamboni, Reggiolo con Enrico Brizzi, Guastalla con Davide Ferrario, Gualtieri con Aldo Gianolio, Correggio con Guido Chiesa, Albinea con Ugo Cornia, Castelnovo Monti con Paolo Nori, Novellara con Roberto Freak Antoni.

2013
Cose che ci governano

La terza edizione ha visto un grande salto di qualità grazie al coinvolgimento di un numero maggiore di biblioteche (12) e all’affidamento della direzione artistica a Paolo Nori che ha definito, attraverso una poetica e un pensiero ben caratterizzanti, una crescita e uno sviluppo della rassegna, nonché un novero di nomi di una certa caratura.
Il titolo della rassegna è stato Cose che ci governano, ispirato a uno scritto dello stesso Paolo Nori. Agli autori, quindi, è stato chiesto di presentare i propri consigli in un’ottica particolare, ovvero quella delle letture, degli ascolti e delle visioni che in qualche modo hanno influenzato la loro vita o la loro poetica.
Cose che ci governano è stato anche il tema portante dell’evento Narratori Amplificati, che si è svolto a dicembre al termine della rassegna Autori in Prestito al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia.
Questi i nomi della rassegna nel 2013: Melania Mazzucco ad Albinea, Silvia Avallone a Campagnola, Daniele Benati a Baiso, Ermanno Cavazzoni a Reggiolo, Sandrone Dazieri a Brescello, Mariangela Gualtieri a Luzzara, Carlo Lucarelli a Castelnovo Monti, Manuel Agnelli a Novellara, Ivano Marescotti a Casina, Carlo Boccadoro a Guastalla, Paolo Nori a Reggio Emilia (anteprima); è purtroppo saltato e non è stato possibile recuperare l’appuntamento con Marco Dambrosio in arte Makkox a Cavriago.

2014
Questa è l’acqua

Confermata la direzione artistica a Paolo Nori, la quarta edizione ha visto la partecipazione di 21 biblioteche e altrettanti autori. Il tema individuato da Nori per il 2015 è stato Questa è l’acqua, tratto da un memorabile e illuminante discorso di David Foster Wallace, tenutosi il 21 maggio del 2005 al Kenyon College.
In sintesi, nel suo discorso, Wallace ci porta a considerare la letteratura, la scrittura e la lettura come elementi attraverso i quali prendere coscienza di sé, di dove si è e di cosa c’è intorno a noi. Attraverso i consigli di lettura, ma anche di ascolto e visione degli autori, l’invito quindi era a provare a intraprendere il cammino indicato da Wallace, sperando di riuscire a comprendere qualcosa in più, o anche solo a comprendere di non sapere, che è comunque già una buona condizione.
Hanno partecipato a questa edizione Gipi (Novellara), Davide Benati (San Polo), Francesco Cataluccio (Bibbiano), Mario Dondero (Brescello), Daniele Abbado (Gualtieri), Luca Bottura (Casina), Vanna Vinci (Baiso), Gigi Dall’Aglio (Castelnovo ne’ Monti), Luca Sofri (Guastalla), Marzia Corraini (Albinea), Elena Stancanelli (Carpineti), Quirino Principe (San Martino in Rio), Matteo B. Bianchi (Castellarano), Elasti (Campagnola Emilia), Eugenio Finardi (Scandiano), Leo Ortolani (Cavriago), Claudia Tarolo (Montecchio Emilia), Antonio Pennacchi (Luzzara), Zerocalcare (Reggiolo), Christian Raimo (Reggio Emilia), Romeo Castellucci (Correggio).

2015
Le mani che scrivono le poesie 

Per l’edizione 2015 è stata confermata la direzione artistica a Paolo Nori, che ha individuato come titolo della rassegna 2015 Le mani che scrivono le poesie. Come spiega lo stesso Nori, «Chiediamo a delle persone che fanno delle cose che ci piacciono di raccontarci il loro incontro con i romanzi, i film, e le musiche che li hanno, se così si può dire, formati, che hanno cambiato, nella pratica, la loro vita, che hanno cambiato cioè la sostanza di cui sono fatte le loro giornate se è vero, come ci sembra sia vero, che «Le mani che scrivono le poesie sono le stesse mani che fanno le pulizie»
Hanno partecipato alla quinta edizione: Manuele Fior (Luzzara), Stefano Bartezzaghi (Castelnovo ne’ Monti), Cristiano Cavina (Novellara), Loredana Lipperini (Baiso), Marco Travaglio (Cavriago), Fausto Malcovati (Guastalla), Edoardo Camurri (Boretto), Emanuele Trevi (Scandiano), Marco Zapparoli (Cavriago), Luca Scarlini (Correggio), Andrea Zorzi (Bibbiano), Franco Mario Arminio (Brescello), Mauro Covacich (Cavriago), Nicola Lagioia (Casalgrande), Valeria Parrella (Reggio Emilia), Fabio Genovesi (Reggiolo), Maria Sebregondi (San Polo), Gabriella Caramore (Campagnola).

2016
Sono pessimista
ma me lo dimentico sempre

Paolo Nori spiega così il titolo dell’edizione 2016: «C’è un paese, in Sardegna, che si chiama Seneghe, che per quattro giorni all’anno si trasforma nel paese della poesia, perché c’è un festival di poesia e sui muri c’è pieno di cartelli con le scritte dei poeti, e io l’ultima volta che ci sono andato, quest’anno, nel 2016, mi è venuto subito in mente una cosa che aveva scritto Zavattini nel 1967 a Franco Maria Ricci in una lettera che c’era scritto “Sono pessimista ma me ne dimentico sempre”. E mi è sembrato che non si potesse essere pessimisti, in quei giorni lì, a Seneghe, e mi è venuto in mente Angelo Maria Ripellino, che quand’era in sanatorio, in Repubblica Ceca, che si curava, chiamava se stesso e gli altri ricoverati “i nonostante”. “L’avverbio – aveva scritto Ripellino – si fa sostantivo, a indicare noi tutti che, contrassegnati da un numero, sbilenchi, gualciti, piegati da raffiche, opponevamo la nostra caparbietà all’insolenza del male”. E ho pensato che per quelli che leggono i libri, che guardan le mostre, che ascoltano le sinfonie, i libri, i quadri, le musiche che hanno incontrato nella loro vita li hanno aiutati, in questa cosa così difficile e così strana, stare al mondo, a essere dei nonostante».
Hanno partecipato alla sesta edizione: Giancarlo Ilaria (Cavriago), Felice Cimatti (Ligonchio), Giovanni Maria Bellu (Boretto), Ottavia Piccolo (Albinea), Francesca Fornario (Baiso), Elio (Novellara), Violetta Bellocchio (San Martino in Rio), Antonio Pascale (Guastalla), Marco Malvaldi (Castelnovo ne’ Monti), Dente (Scandiano), Fredrik Sjöberg (Reggio Emilia), Nadia Terranova (Bibbiano), Daniele Brolli (Cavriago), Giuseppe Palumbo (Brescello), Sio (Scandiano), Danio Manfredini (Casalgrande), Giuliano Della Casa (Luzzara), Giuseppe Civati (Reggio Emilia), Guido Barbujani (Rolo), Antonella Lattanzi (Campagnola Emilia), Andrea Moro (Sant’Ilario d’Enza), Ilide Carmignani (Scandiano), Diego de Silva (Quattro Castella), Amedeo Balbi (Reggiolo), Igort (Cavriago).

2017
La licenza poetica

«Da qualche anno con l’Arci di Reggio Emilia facciamo una rassegna che si chiama Autori in prestito ma che tutti gli anni ha anche un altro nome, ed è una rassegna alla quale invitiamo della gente che ci sembra che abbia delle cose da dire a raccontarci l’incontro con i libri, i film, i quadri, le musiche della loro vita. Quest’anno la rassegna si chiamerà La licenza poetica perché, qualche mese fa, ero a Firenze, una ragazza che si chiama Cassandra mi ha detto che lei, una volta, aveva letto a un bambino una poesia di Gianni Rodari e in questa poesia c’era scritto “Ma però”, e il bambino le aveva che ma però non si può dire, e lei aveva detto “Eh, ma Rodari, è un poeta, ha la licenza poetica”, e il bambino ci aveva pensato un po’ poi le aveva chiesto “E quanto costa, questa licenza?”, allora la gente che chiamiamo quest’anno alla fine dovrà anche rispondere a questa domanda: quanto costa, questa licenza?». Così Paolo Nori ha raccontato l’edizione 2017 di Autori in prestito, che ha debuttato a giugno in un’inedita versione estiva nelle corti e nei cortili della provincia.
Sette i protagonisti dell’edizione all’aria aperta del progetto: Ermanno Cavazzoni (Luzzara), Giuseppe Culicchia (Boretto), Luca Francesconi (Barco di Bibbiano), Luigi Manconi (Guastalla), Gianpaolo Ormezzano (Campagnola Emilia), Bruno Tognolini (Collagna) e Licia Troisi (San Martino in Rio). La seconda parte della rassegna, come di consueto da ottobre a dicembre, ha coinvolto Roberto Alajmo (Casalgrande), Camillo Bortolato (Baiso), Elisabetta Bucciarelli (Novellara), Matteo Bussola (Scandiano), Matteo Caccia (Quattro Castella), Massimo Cirri (Guastalla), Andrea Cisi (Sant’Ilario d’Enza), Emidio Clementi (Correggio), Massimo Cotto (Novellara), Fulvio Ervas (Quattro Castella), Frankie HI-NRG MC (Scandiano), Tommaso Giartosio (Casalgrande), Gianluca Morozzi (Rolo), Nada (Albinea), Alberto Rollo (Reggiolo), Bobo Rondelli (Sant’Ilario d’Enza), Guido Scarabottolo (Luzzara), Tiziano Scarpa (Brescello), Gegè Telesforo (San Martino in Rio), Licia Troisi (Castelnovo ne’ Monti), Arianna Vairo (Scandiano), Patrizia Valduga (Reggio Emilia).

2018
Il monastero del proprio spirito

Autori in prestito nel 2018 ha portato in 22 biblioteche della provincia di Reggio Emilia ben 30 autori. In particolare scrittori, attori, musicisti, artisti visivi, fotografi e anche un importante psicanalista hanno raccontato i libri, le musiche, i quadri e gli spettacoli teatrali, i film, e quindi le opere, che li hanno convinti a fare il mestiere che fanno. Tra le novità dell’edizione va segnalata la collaborazione attivata da Arci con l’illustratore Guido Scarabottolo, che ha disegnato l’immagine della rassegna.
Hanno preso parte ad Autori in prestito Fulvio Abbate (Castelnovo ne’ Monti), Annalena Benini (Quattro Castella), Maurizio Bettini (Guastalla), Giorgio Biferali (Quattro Castella), Matteo Bordone (Scandiano), Roberto Bui – Wu Ming 1 (Correggio), Monika Bulaj (Reggio Emilia), Roberto Camurri (Baiso), Ascanio Celestini (Luzzara), Roberto Citran (Casalgrande), Daniela Collu (Novellara), Davide Enia (Scandiano), Riccardo Falcinelli (Brescello), Marco Franzoso (Rolo), Paola Gallo (Novellara), Francesca Genti (Casalgrande), Daniele Giglioli (Reggiolo), Lisa Ginzburg (Albinea), Claudio Giunta (Sant’Ilario d’Enza), Ginevra Lamberti (Bibbiano), Francesca Manfredi (Scandiano), Massimo Mantellini (Boretto), Antonio Manzini (San Martino in Rio), Gaia Manzini (Rubiera), Maria Antonietta (Campagnola Emilia), Andrea Mingardi (San Martino in Rio), Massimo Recalcati (Albinea), Alessandro Robecchi (Cavriago), Martina Testa (Sant’Ilario d’Enza), Dario Voltolini (Ramiseto).
Paolo Nori spiega così il tema dell’ottava edizione, “Il monastero del proprio spirito”: «Il poeta Iosif Brodskij aveva una relazione stranissima con il potere sovietico,  l’ha raccontata Sergej Dovlatov, che era un suo amico. In confronto con Brodskij, – ha scritto Dovlatov – gli altri giovani anticonformisti sembrava che facessero un altro mestiere. Brodskij aveva creato un modello di comportamento inaudito. Non viveva in uno stato proletario, viveva nel monastero del proprio spirito. Non si opponeva al regime. Non lo considerava. E non era nemmeno sicuro della sua esistenza. Non conosceva i membri del Politburo. Quando sulla facciata del suo palazzo avevan montato un ritratto di sei metri di Mžavanadze (segretario del partito comunista georgiano), Brodskij aveva detto: – Chi è? Sembra William Blake».

 

2019
Rendere visibile il visibile

24 autori in 20 biblioteche della provincia: nel 2019 Autori in prestito arruola scrittori, attori, musicisti, artisti visivi, giornalisti e anche un importante allenatore di volley per raccontare i libri, le musiche, i quadri e gli spettacoli teatrali, i film, che li hanno convinti a fare il mestiere che fanno. «In un libro di Giorgio Agamben che si intitola Il fuoco e il racconto – spiega Paolo Nori, curatore della rassegna –  si legge che l’arte non rende visibile l’invisibile, rende visibile il visibile. In quello stesso libro Agamben consiglia ai librai e a quelli che si occupano di libri di smetterla di «guardare alle infami, sì, infami classifiche dei libri più venduti e – si presume – più letti, e di provare a costruire invece nella mente una classifica dei libri che esigono di essere letti».  A consegnare al pubblico i propri consigli di lettura, ascolto e visione ci sono David Allegranti (Collagna), Federico “Duchesne” Baccomo (Sant’Ilario d’Enza), Alessandro Bergonzoni (Guastalla), Luca Bizzarri (San Martino in Rio), Francesco Borgonovo (Reggiolo), Edoardo Brugnatelli (Quattro Castella), Giuseppe Catozzella (Rolo), Matteo Codignola (Reggio Emilia), Stefano Fresi (Castelnovo ne’ Monti), Max Collini (Bibbiano), Tommaso Labate (Novellara), Vivian Lamarque (Baiso), Francesca Mannocchi (Campagnola Emilia), Yasmina Melaouah (Casalgrande), Dalia Oggero (Sant’Ilario d’Enza), Petunia Ollister (Scandiano), Francesco Pecoraro (Quattro Castella), Tommaso Pincio (Luzzara), Paolo Repetti (Scandiano), Francesca Schianchi (Cavriago), Valerio Varesi (Casalgrande), Dario Vergassola (Rubiera), Julio Velasco (Albinea), Alessandro Zaccurii (Brescello).

 

2020
Allegria allegria

«La rassegna quest’anno si chiama allegria allegria. Il titolo viene da due citazioni di Leonardo Sciascia. La prima: “È degli uomini diciamo speculativi, la capacità di estrarre da una condizione infelice una certa felicità, una sottile allegria”. La seconda: “Mi ostino a volere quel che non c’è mai stato e che evidentemente non c’è; e che continuando si fa meta sempre più lontana. Il che mi fa ancora e sempre apparire come un pessimista: e pare non sia permesso esserlo neppure di fronte al pessimo. Allegria, allegria”».
Citando Leonardo Sciascia, Paolo Nori, ancora al nostro fianco come curatore della rassegna, ci accompagna per mano attraverso questi giorni, mai così tanto bui ed incerti. Giorni che però non ci hanno fatto desistere, non ci hanno fatto abbandonare il piacere di ascoltare, non ci hanno fatto mettere da parte la voglia di scoprire, di essere consigliati.
Per la prima volta, obbligatoriamente, in modalità ibrida: 10 incontri all’aperto, in anticipo, una vera e propria anteprima estiva, 14 in streaming, perché anche in un tempo in cui la socialità e l’incontro sono (o sono percepiti come) pericolosi, ci deve essere sempre spazio e modo
di fare un po’ di luce.
Tra gli ospiti, che hanno accettato di condividere con noi una parte di loro, della loro formazione, Chiara Alessi (Scandiano), Nicola Borghesi (Rubiera), Giulio Cavalli (Sant’Ilario d’Enza), Massimo Coppola (Correggio), Giuliano Ferrara (Quattro Castella), Vera Gheno (Luzzara) Beatrice Masini (Novellara), Mariagrazia Mazzitelli (Boretto), Vanessa Roghi (San Martino in Rio), Simonetta Sciandivasci (Campagnola Emilia).
E, a distanza (solo fisica): Gianumberto Accinelli, Marco Balzano, Marta Barone, Silvia Bencivelli, Alessandro Beretta, Pietro Biancardi, Laura Campiglio, Paolo di Paolo, Federico Dragogna, Claudia Durastanti, Marcello Flores, Andrea Pennacchi, Giampiero Rigosi, Carola Susani.

 

2021
Io son poi da solo, e loro sono tutti

«Io son poi da solo, e loro sono tutti», è una celebre frase dell’uomo del sottosuolo, di Dostoevskij. È ragionevole pensare che molti lettori di Memorie del sottosuolo si siano riconosciuti in quel sentimento descritto da Dostoevskij, in quell’impressione che loro, l’altro, il mondo intero, siano contro di noi.
Contro di noi, e non contro di me, perché questa frase di Dostoevskij, nel raccontare così bene una solitudine disperante, rivela un’affinità, con l’autore del romanzo, e con il suo protagonista. Il lettore di Dostoevskij, quando incontra questa frase si accorge di due cose: che è proprio vero, lui è poi da solo, e loro sono tutti, e che non è l’unico, a essere da solo.
Ai partecipanti a Autori in prestito, anche quest’anno chiediamo di raccontare i libri, le opere d’arte, le musiche, i film che li hanno stupefatti e gli autori che hanno detto loro questa cosa: che non erano gli unici, a essere da soli.
Sono ancora le parole di Paolo Nori, curatore della rassegna, a guidarci attraverso le nuove mappe disegnate dai nostri molti ospiti. Si torna in presenza, si torna alla socialità, ma con una consapevolezza nuova: abbiamo scoperto, perché lo eravamo, ma non lo sapevamo, di essere soli, tutti. Soli con noi stessi, soli con un libro, soli con un film, un disco, una poesia. Ma se tutti siamo, naturalmente, soli, possono questi libri, film, dischi, poesie (ma anche quadri, sculture, fumetti…) essere un ponte, un tramite per accorciarla un po’, questa solitudine?
19 autori, scrittori, cantanti, giornalisti, conduttori televisivi, fumettisti ci parlano di loro attraverso ciò che, nella loro solitudine, hanno visto, sentito, letto, di ciò che, insomma, li ha fatti diventare ciò che ora sono: Roberto Abbiati (Luzzara), Ritanna Armeni (Cadelbosco di Sopra), Vasco Brondi (Rubiera), Pietrangelo Buttafuoco (Scandiano), Maria Grazia Calandrone (Boretto), Tito Faraci (Correggio), Alessio Forgione (Cavriago), Giovanni Francesio (Sant’Ilario d’Enza), Alessia Gazzola (Campagnola Emilia), Paolo Malaguti (San Martino in Rio), Mirco Mariani (Quattro Castella), Andrea Pomella (Baiso), Marco Rossari (Rolo), Vanni Santoni (Castelnovo ne’ Monti), Gaetano Savatteri (Novellara), Guia Soncini (Albinea), Andrea Tarabbia (Guastalla), Davide Toffolo (Casalgrande), Andrea Vianello (Bibbiano).

 

2022
Semplici e illuminate bene

Io, la cosa che mi piace di più, da quando son piccolo, è leggere dei libri. E nei libri che leggo, una cosa strana, mi colpiscono anche delle frasi semplicissime, per esempio nello Straniero di Camus, quando lui arriva nell’ospizio dove è appena morta sua madre, gli offrono un caffelatte e lui lo beve e poi scrive «Le cafè au lait était bon», Il caffelatte era buono.
Oppure nella Nausea, di Sartre, il protagonista che dice «Il ne faut pas avoir peur», Non bisogna avere paura. Ero giovane, quando li ho letti per la prima volta, e avevo così bisogno, di quei libri lì, avevo così sete, di cose semplici e illuminate bene, e ne ho trovate, un po’.
E’ sempre Paolo Nori, curatore storico della rassegna, ad indirizzare ed illuminare (bene) il percorso su cui i venti autori ospiti di questa dodicesima edizione si sono avventurati. Come da tradizione, ospiti estratti da ogni forma d’arte e da professioni vicine eppure così diverse tra loro: scrittori, fumettisti, podcaster, musicisti, editori, giornalisti si sono improvvisati bibliotecari e, come fossero nostri vecchi amici, si sono messi a nudo raccontandoci i loro amori, le loro influenze, consigliandoci opere per loro importanti.
Hanno partecipato a questa edizione: Stefano Andreoli (Guastalla), Andrea Antinori (Baiso), Fabio Bacà (Cavriago), Paola Barbato (Campagnola), Guido Carpi (Gualtieri), Matteo Cavezzali (Sant’Ilario d’Enza), Dario Fabbri (San Martino in Rio), Stefano Feltri (Bibbiano), Valentina Furlanetto (Castelnovo ne’ Monti), Fabio Geda (Boretto), Giulia Maldifassi (Rubiera), Federica Manzon (Albinea), Andrea Molesini (Correggio), Murubutu (Brescello), Veronica Raimo (Novellara), Jean Talon (Casalgrande), Simone Tempia (Scandiano), Fausto Vitaliano (Rolo), Noemi Vola (Luzzara), Paolo Zaninoni (Reggiolo).

 

2023
Quando stanno morendo gli uomini cantano delle canzoni

La prima poesia di Chlebnikov della mia vita l’ho letta all’inizio degli Novanta nella biblioteca Guanda di Parma e me lo ricordo perfettamente: io ero lì, in piedi, davanti allo scaffale dei russi e ho tirato giù un’antologia di Angelo Maria Ripellino, Poeti russi del novecento, l’ho aperta e ho letto: «Quando stanno morendo, i cavalli respirano, quando stanno morendo, le erbe si seccano, quando stanno morendo, i soli si spengono, quando stanno morendo, gli uomini cantano delle canzoni» e lì, ma se avessi avuto un udito migliore, io lì avrei sentito il rumore degli scambi della mia vita che mi destinavano a un’altra direzione, perché lì la mia vita è cambiata. Anche quest’anno, con autori in prestito, chiediamo a scrittori, disegnatori, musicisti, registi di raccontarci i momenti in cui hanno cambiato direzione, le letture, le visioni, gli ascolti che li hanno spinti a cominciare a fare il mestiere che fanno.
Parteciperanno a questa edizione: Silvia Ballestra (Correggio), Enrico Bronzi (Bibbiano), Lia Capizzi (Sassuolo), Beppe Cottafavi (Albinea), Roberto Cotroneo (Campagnola Emilia), Alessandro Della Santunione (Boretto), Fumettibrutti (Cavriago), Marco Giusti (Sant’Ilario), Giulia Ichino (Reggiolo), Antonio Iovane (Rubiera), Riccardo Luna (Scandiano), Daniele Mencarelli (Rolo), Tomaso Montanari (Luzzara), Mara Morini (Brescello), Stefano Nazzi (Guastalla), Marco Pierini (Gualtieri), Sara Poma (Novellara), Stefano Rapone (Baiso), Camilla Roznullo (Casalgrande) , Laura Salmon (San Martino in Rio), Giovanna Zucconi (Castelnovo ne’ Monti)